Clarissa Poli

Fashion Designer - Talent in Residence

Laureanda in Magistrale presso la facoltà di Design del corso di laurea in Design for the Fashion System, Politecnico di Milano.
Realizza moodboard, gif animate, disegna e dipinge su stoffa, carta e altri supporti speciali. Disegna figurini e tecnici a mano e al CAD.
Crea stampe tessili. Rielabora immagini utilizzando la tavoletta grafica: è laboriosa, talentuosa e creativa.
Ha studiato in M. Sc. in Fashion Design Management Jefferson (Philadelphia University + Thomas Jefferson University), Philadelphia, USA per uno scambio intenazionale. Ha svolto attività di volontariato in Tara Kadampa Meditation Centre in Derbyshire, Gran Bretagna.
Le piace relazionarsi con persone provenienti da ogni parte del mondo e lavorare in team.

 

La tesi “Low Tech e High Tech” affronta argomenti di carattere storico, di costume, gioiello, moda, di ambiti artigianali tradizionali e tecnologie contemporanee.
I due temi che hanno portato all’ideazione della tesi sono il gioiello tessile e le tecnologie, in particolare la stampa 3D.
Entrambe le tematiche partono da interessi personali: dal creare lavorazioni originali fatte a mano da un lato e dalla passione per i programmi al CAD di elaborazione digitale 2D e di modellazione 3D.
Il mio background è costituito principalmente da conoscenze nel campo del tessile, avendo studiato nell’indirizzo di disegno per il tessuto presso il Setificio di Como e forse è da queste prime esperienze che ho assaporato un interesse particolare per i tessuti, le lavorazioni e i trattamenti.
Ho approfondito il tema del tessuto nel gioiello, ricercando questo tema nel passato. La mia attenzione si è soffermata sulla gorgiera che era costituita da affascinanti pieghe e pizzi inamidati. Era dunque un tessuto che diventava rigido e che prendeva non solo una nuova forma, bensì un nuovo significato: non si trattava di coprire il corpo ma di valorizzarlo, non di vestirlo ma di ornarlo.
Il fine è la creazione di una capsule collection in parte in tessuto semirigido reso tridimensionale dalle pieghe e dalle cuciture realizzate a mano e in parte ottenuto da una stampante 3D con un materiale rigido e altrimenti non modellabile a mano.
Il progetto punta a riscoprire i valori umani, l’eccellenza e l’unicità del fatto a mano, dando la possibilità alla macchina di simulare l’elaborato utilizzando però materiali e processi differenti, per ottenere un gioiello unico che non è possibile realizzare né solo a macchina e nemmeno solo a mano.